Visto che Mister Totalitarismo ha già provveduto ad analizzare in maniera esauriente i rapporti (inesistenti se non direttamente ostili) tra inceldom e sinistra, in questo articolo mi occuperò di prendere in esame la altrettanto tormentata relazione che intercorre tra gli incel e la destra, soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta “area identitaria” che fa riferimento a CasaPound (e in futuro probabilmente il blog si occuperà anche dei folkloristici “neo-pagani” de noantri).
Il mese scorso mi sono recato in edicola e insieme ad altre cose ho preso anche il numero cartaceo di settembre del Primato Nazionale (rivista che acquisto regolarmente più che altro per le pagine culturali che mi tengono aggiornato sulle novità editoriali d’area). La prima cosa che sono andato a leggere è stata la rubrichetta “Aktion Trigger” tenuta da Cristina Gauri per vedere se, come mi aspettavo da tempo visti i commenti a riguardo che lasciava nelle pagine a tema su Facebook, si fosse “finalmente” decisa a indirizzare i suoi strali pseudo-alternativi contro gli incel, e in effetti a questo giro lo aveva fatto. Prima di citare alcuni stralci dell’articolo in questione, ritengo utile accennare una breve biografia dell’autrice, che potete consultare tranquillamente su Wikipedia (in inglese) a questo indirizzo.
Una delle prime cose che saltano all’occhio è che in passato ha svolto l’attività di suicide girl con il nickname Aiki (piccola nota colorita: lei stessa sul suo profilo nel sito di SG si autodefinisce “jew b*tch”), e che ha partecipato alla realizzazione di almeno un film pornografico (i cui spezzoni con lei protagonista sono tuttora reperibili in rete). Che dire, niente di nuovo da parte di CasaPound che come ben si sa è da anni che carica sul suo carrozzone le figure più paradossali pur di ottenere un minimo di visibilità mediatica in più, a discapito ovviamente della coerenza ideologica (si vedano ad esempio i teatrini imbastiti qualche tempo fa con Nina Moric, che tra l’altro poi li ha pure scaricati dopo poco più di un anno di “militanza” nel partito).