Perché Alarico difende gli incel?

Molti se lo chiedono e alcuni, in preda allo scandalo, mi hanno perfino tolto dagli amici. Altri azzardano ipotesi su “moventi” legati a immaginari dettagli della mia biografia, prontamente smentite da chi ne sa più di loro. Ma per me si tratta solo di una questione di coerenza.

Non coerenza personale, di cui giustamente non importa nulla a nessuno, bensì coerenza teorica: come si concilia l’ideologia socialista, tesa alla completa liberazione dell’essere umano e al soddisfacimento dei suoi bisogni, con l’emarginazione sessuale di una fetta non trascurabile della popolazione?

E come si accorda il socialismo alla difesa delle disuguaglianze che scaturiscono dal darwinismo sociale in nome della “libertà”? Come non riconoscere negli argomenti ad hominem, nell’inversione di causa ed effetto, nella falsa meritocrazia eccetera il tipico meccanismo di colpevolizzazione mobilitato dagli oppressori contro le vittime?

Eppure tutti questi fallaci espedienti retorici, così come l’appello alla repressione psichiatrica, vanno di moda in primo luogo a sinistra. È pieno di “turisti del comunismo” che, non appena escono dal solco tracciato dai classici e non hanno più a che fare con categorie protette da una morale ipocrita, ricominciano a ragionare come i peggiori bulli e menefreghisti.

Io ho voluto esprimermi pubblicamente a favore degli incel, e documentare la soluzione del loro problema in Corea del Nord, per porre fine a questa grossolana incoerenza e mostrare come il socialismo venga incontro alle esigenze di tutti, anche e soprattutto a quelle impossibili da gestire sotto il capitalismo.

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Socialismo e questione maschile/incel – Con Fabrizio Marchi e Francesco Alarico Della Scala

Oggi vi propongo un dibattito sul rapporto tra socialismo e questione maschile/incel che ha visto come partecipanti, oltre a me, Deusfur – admin del forum degli incel, Francesco Alarico Della Scala – uno dei maggiori esperti italiani dell’idea Juche, e Fabrizio Marchi – gestore di diversi siti dedicati all’attivismo della QM e candidato alle ultime elezioni comunali di Roma per il Partito Comunista di Marco Rizzo.

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In ricordo di Matteo Montanari, comunista evoliano

Qualche giorno fa ho scoperto con sgomento ed immenso dispiacere che a soli 34 anni è venuto a mancare Matteo Montanari, a quanto pare a causa di un malore. Avevo avuto occasione di conoscerlo (virtualmente) qualche anno fa, prima di venire bannato da Facebook, poiché bazzicavamo entrambi gli ambienti redpill su quel social. Mi aveva sempre dato l’impressione di essere una persona colta ed equilibrata, caratterizzata da una profonda spiritualità e da innumerevoli interessi di tipo filosofico e socio-politico. Infatti, oltre a interessarsi di redpill e di attivismo all’interno della questione maschile, era anche un attento studioso del pensiero Tradizionale, evoliano e non solo, e un militante del Partito Comunista di Marco Rizzo, all’interno del quale ricopriva le cariche di segretario di Bologna e membro del Comitato Centrale.

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Il mio appoggio a Fabrizio Marchi

Domenica 3 e lunedì 4 ottobre si terranno le elezioni amministrative che interesseranno anche la città di Roma, dove tra i candidati del Partito Comunista di Rizzo figurerà un nome ben noto a coloro che si interessano di questione maschile e delle problematiche che colpiscono gli incel, ovvero quello di Fabrizio Marchi, attivista da anni riguardo queste tematiche e gestore dei siti Uomini Beta e L’Interferenza, oltre che autore di diversi libri, tra cui figura anche l’ottimo Contromano. Critica dell’ideologia politicamente corretta (Zambon Editore, 2018), in cui il nostro, all’interno di una serrata critica al dominio capitalistico, si fa promotore di una lettura della relazione fra i sessi partendo da un punto di vista radicalmente critico e alternativo a quello femminista e para-femminista attualmente dominante all’interno della nostra società.

Fabrizio Marchi
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Il crossover che nessuno si aspettava!

Ritorno a postare sul blog, dopo un periodo di inattività dovuto a vacanze estive e depressione, per segnalare l’uscita di un libro pubblicato dai ragazzi del Britney National Party a cui io ho collaborato (ovviamente a titolo gratuito) per la traduzione e l’editing, e per il quale ho scritto un’introduzione in cui tra le altre tematiche tocco anche la “questione incel” in quanto problema pressante che colpisce sempre più giovani maschi che quando non sono ignorati vengono criminalizzati dal dibattito pubblico e dagli esponenti dei partiti politici liberali e para-liberali. Il volume in questione è il “Manifesto Nazional Bolscevico” di Karl Otto Paetel, da oggi disponibile su Amazon (ricordate sempre: cavalcare la tigre utilizzando il sistema per abbattere il sistema).

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Risposta ad Adriano Scianca

Mi è stato segnalato un articolo di Adriano Scianca pubblicato in data odierna sul sito del Primato Nazionale, dove in occasione della giornata dedicata alla “festa della donna” l’autore invita la cosiddetta “area identitaria” ad abbandonare in maniera definitiva l'”anti-femminismo bigotto e reazionario” che in teoria la caratterizzerebbe (c’è da chiedersi esattamente dove e in che modo, visto che dal centro-destra liberale alle frange in teoria più “radicali” ormai è una gara continua a chi sdogana di più la promiscuità femminile, si veda a tal proposito l’articolo che avevo già scritto in precedenza proprio su CasaPound e le sue prese di posizione pienamente a favore della sterile “libertà sessuale” radicatasi nella nostra società in seguito allo sciagurato ’68). Secondo la prospettiva di Scianca infatti la critica al femminismo sarebbe di per sé improduttiva, e i presunti rigurgiti “neo-reazionari” che oggi attraverserebbero l’area della “destra” rischierebbero di far incagliare quest’ultima su posizioni anacronistiche e limitate che guarderebbero nostalgicamente all’era reaganiana se non addirittura alla Sharia islamica (e di nuovo mi chiedo: dove e in che modo, visto che praticamente l’intero spettro della “destra” rifiuta in toto l’Islam spesso motivando tale rigetto proprio con la condizione della donna al suo interno?). Insomma, ormai è diventato ben difficile notare qualsivoglia differenza tra l’ideologia para-liberale di CasaPound e quella di Potere al Popolo, a parte le loro posizioni divergenti sul tema dell’immigrazione.

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Il problema della destra con gli incel (e la redpill)

Visto che Mister Totalitarismo ha già provveduto ad analizzare in maniera esauriente i rapporti (inesistenti se non direttamente ostili) tra inceldom e sinistra, in questo articolo mi occuperò di prendere in esame la altrettanto tormentata relazione che intercorre tra gli incel e la destra, soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta “area identitaria” che fa riferimento a CasaPound (e in futuro probabilmente il blog si occuperà anche dei folkloristici “neo-pagani” de noantri).

Il mese scorso mi sono recato in edicola e insieme ad altre cose ho preso anche il numero cartaceo di settembre del Primato Nazionale (rivista che acquisto regolarmente più che altro per le pagine culturali che mi tengono aggiornato sulle novità editoriali d’area). La prima cosa che sono andato a leggere è stata la rubrichetta “Aktion Trigger” tenuta da Cristina Gauri per vedere se, come mi aspettavo da tempo visti i commenti a riguardo che lasciava nelle pagine a tema su Facebook, si fosse “finalmente” decisa a indirizzare i suoi strali pseudo-alternativi contro gli incel, e in effetti a questo giro lo aveva fatto. Prima di citare alcuni stralci dell’articolo in questione, ritengo utile accennare una breve biografia dell’autrice, che potete consultare tranquillamente su Wikipedia (in inglese) a questo indirizzo.
Una delle prime cose che saltano all’occhio è che in passato ha svolto l’attività di suicide girl con il nickname Aiki (piccola nota colorita: lei stessa sul suo profilo nel sito di SG si autodefinisce “jew b*tch”), e che ha partecipato alla realizzazione di almeno un film pornografico (i cui spezzoni con lei protagonista sono tuttora reperibili in rete). Che dire, niente di nuovo da parte di CasaPound che come ben si sa è da anni che carica sul suo carrozzone le figure più paradossali pur di ottenere un minimo di visibilità mediatica in più, a discapito ovviamente della coerenza ideologica (si vedano ad esempio i teatrini imbastiti qualche tempo fa con Nina Moric, che tra l’altro poi li ha pure scaricati dopo poco più di un anno di “militanza” nel partito).

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